E’ ripresa la scuola ed ho ripreso ad ascoltare i giovani allo “Sportello di Ascolto”, al quale accedono adolescenti dagli 11 ai 13 anni. Ritrovo i soliti problemi di ansia da prestazione, nei confronti della scuola, dello sport, con gli amici, insomma, ormai tutte le loro esperienze quotidiane sono vissute con ansia, tanto che, a volte, la parola “ansia” temo sia l’unica che conoscono o utilizzano per definire, invece, emozioni e sentimenti diversi.
Durante questi colloqui evidenzio anche la necessità, il bisogno, sempre maggiore, di definire la propria identità sessuale (si definiscono gender fluid), di darsi un nome, un’etichetta che sancisca una categoria di non appartenenza (al sistema binario); li sento confusi e a tratti spaventati circa il proprio orientamento sessuale, quindi chiedono spiegazioni, conforto, sostegno. Del resto -penso io- se i loro riferimenti sono il trasformista di Achille Lauro e i no gender dei Màneskin (oltre ad altri personaggi famosi che si sono dichiarati fluidi, ovvero con gusti sessuali “non definiti, in transizione”), è normale che questi giovanissimi sentano la sessualità in modo sempre più fluido.
Ecco, senza approfondire il tema dell’Identità di Genere e dell’Orientamento sessuale (che vedremo insieme nel mio prossimo articolo) vorrei rivolgermi ai genitori di questi ragazzi che magari, preoccupati, si stanno chiedendo: “ma dove ho sbagliato?”, per dire loro che questo genere di domande, invece che avvicinare il figlio, porta alla chiusura del dialogo, a un blocco tra le generazioni; vorrei dire loro che non devono allarmarsi eccessivamente per i comportamenti “fuori dal coro” dei propri figli, perché la provocazione, la sperimentazione, la curiosità sono caratteristiche proprie di questa età. L’adolescenza è la fase dell’esplorazione ed oggi la fluidità sessuale ha un’eco mediatica importante, ed è impensabile tenere i figli lontani da questo fenomeno; gli adolescenti, poi, sono per definizione in transizione, in cammino, a caccia della loro identità ed il sesso è proprio il classico terreno per sperimentare e conoscersi. Del resto, non dimentichiamo che la strada verso la maturazione sessuale è lunga, accidentata e occorre quindi non diventare preda di facili allarmismi. Mentre invece si rende necessario accettare con rispetto questa ricerca si sé, evitando inutili colpevolizzazioni verso se stessi e verso i nostri ragazzi. Nell’adolescenza, la fluttuazione nell’attrazione affettivo-sessuale è normale, quindi propongo di porsi in un atteggiamento di osservazione, di ascolto invece che giudicarli.
Ci sono invece segnali da non sottovalutare: a volte il non riuscire a capire chi ci piace dimostra una grande vulnerabilità emotiva, non ci si sente all’altezza di essere “adeguati” per una femmina, o per un maschio o per entrambi e quindi c’è chi sceglie l’evitamento. In questo caso sollecito i genitori a cercare la strada del dialogo, senza diventare pressanti o invadenti. Ma se l’atteggiamento evitante verso il mondo persiste e diventa isolamento, apatia, mancanza di progettualità, occorre drizzare le antenne e chiedere aiuto agli addetti ai lavori.