Rosa Perosi

Come avviene la scelta del partner?

Romanzi e film danno spesso un’immagine dell’incontro tra due persone come di qualcosa dettato dal destino o dalle coincidenze ma in realtà, se l’incontro in sé può essere casuale, non lo è altrettanto invece la scelta di rendere la persona incontrata il proprio partner.
Infatti per rispondere a questa domanda facciamo riferimento alla teoria dell’attaccamento, formulata negli anni ‘60 da uno psichiatra inglese di nome John Bowlby, secondo il quale i legami di attaccamento avuti nella prima infanzia con i propri genitori incidono in modo determinante  sulla scelta del partner.  Vediamo il perché.
La teoria dell’attaccamento sviluppata da Bowlby si basa sull’idea che in ognuno di noi c’è una predisposizione innata a instaurare legami con persone significative, che ci possano proteggere in momenti di difficoltà. Il rapporto con i propri genitori influenza il modo di pensare a sé stessi e agli altri e determina anche il modo in cui ci si relaziona e le aspettative che si hanno nei rapporti. La propensione a ripetere lo schema relazionale vissuto con i propri genitori  e a rivivere quindi situazioni  che ci sono familiari spiega perché le persone  tendano a scegliere partner che confermino la propria visione di sé e degli altri.
All’interno poi del rapporto di coppia, ognuno si comporta in modo diverso in base allo stile di attaccamento sviluppato.
Gli studiosi di queste teorie, evidenziano come anche l’attaccamento in età adulta sia divisibile in quattro diversi stili che rappresentano il modo in cui l’individuo si relaziona all’altro, soprattutto al partner. Riconosciamo gli adulti con:

  • Attaccamento SICURO: dove i rapporti sono basati sulla fiducia e sull’idea che si possa accettare e offrire sostegno all’altro, anche quando il partner commette errori. Le persone con un attaccamento sicuro si sentono apprezzati e degni di ricevere amore e raccontano di aver avuto genitori affettuosi, rispettosi e non opprimenti. Due persone con stile sicuro avranno una relazione equilibrata, utilizzeranno sempre strategie equilibrate per superare i conflitti. Queste persone tendono ad instaurare relazioni soddisfacenti e, quando un rapporto non funziona più, riescono a lasciarsi senza eccessive difficoltà.
  • Attaccamento ANSIOSO-AMBIVALENTE: il bambino percepisce la figura di attaccamento presente in maniera discontinua, a volte è presente ma spesso è assente. C’è la presenza di ansia ed abbandono. Il messaggio che proviene da queste figure è: “se non fai quello che ti dico, ti abbandono. Se fai quello che ti dico ti aiuto, se no, non lo faccio”. E’ il gioco del ricatto genitoriale, l’amore condizionato. Queste cose hanno un effetto devastante perché questi bambini ed adulti poi pensano di non valere, di non essere accettati per quello che sono. Il senso di colpa è il tratto portante di questo stile. Ogni volta che farò qualcosa che va oltre quello che avrebbero desiderato le mie figure di attaccamento, io mi sento in colpa. Sono ancora intrappolati nel senso di colpa, anche a 60 anni. Se non sono come penso che tu vorresti che io sia, io mi sento paralizzato. C’è chi si sente inadeguato dal punto di vista C’è un rifiuto dell’intimità. Questi rapporti  sono basati sulla mancanza di fiducia nel partner, con conseguente controllo ossessivo, gelosia e desiderio di unione fusionale; inoltre persiste sempre in queste persone la paura di essere abbandonati.
  • Attaccamento INSICURO-EVITANTE: Cosa accade in questa situazione? Che il bambino percepisce la figura di riferimento come qualcuno a cui non chiedere aiuto se ha bisogno perché si presenta inaffidabile, poco presente se ha bisogno. Possono anche essere genitori rifiutanti. Se la madre ha fatto una scelta di investimento lavorativo che la porta sempre lontano dal figlio, sarà possibile che questo la veda spesso assente, nonostante non ci sia una cattiva intenzione del genitore. La presenza fisica è determinante nei primi anni di vita dei figli. Non è che necessariamente dobbiamo però colpevolizzare i genitori che possono mettere in atto stili di comportamento insicuro. Tratti: insicurezza verso il mondo esterno, autosufficienza apparente. Convinzione di non essere amato e amabile. Percezione dell’altro come negativo. L’emozione predominante è la tristezza. Una persona che ritiene l’altro negativo ed inaffidabile, riuscirà ad abbandonarsi all’altro? Sapete che per godere appieno della sessualità bisogna sapersi lasciare andare e fidarsi dell’altro? Altro tratto è la tendenza all’evitamento per la paura del rifiuto. Freddezza emotiva, mancanza di un coinvolgimento totale, tendenza a non mostrare affetto nelle relazioni, sono persone anaffettive. Atteggiamento di difesa: mi difendo da un possibile rifiuto. Per non perdere, non gioco. Queste persone se hanno un partner che chiede supporto, vanno in crisi. Non amano il conflitto e cercano di starsene alla larga, cercano di evitare le relazioni che implicano intimità poiché stentano a fidarsi dell’altro;
  • Attaccamento DISORGANIZZATO/DISORIENTATO: se un genitore anziché rassicurare, spaventa, è grave. Questi genitori pensano che il mondo sia cattivo. Il bambino cresce male, spaventato. Attenzione, questi sono stili psichiatrici, con tratti anomali. Genitori psichiatrici crescono figli psichiatrici. Una persona che ha due genitori così, tende a cercare partner inaffidabili ed aggressivi. Solitudine, paura di non piacere, queste persone restano sole.

Ma lo stile di attaccamento rimane uguale tutta la vita?
I modelli di attaccamento tendono a mantenersi stabili nel tempo, ma non è escluso che nuove relazioni (con amici, con adulti significativi diversi dai genitori…) possano modificare, anziché confermare, gli schemi relazionali sviluppati nell’infanzia. Alcuni legami infatti possono offrire nuove esperienze, in grado ad esempio di “riparare” alle carenze affettive vissute in passato, creando un legame di attaccamento diverso da quello vissuto nella famiglia di origine.

Dunque in base al personale stile di attaccamento di ciascuno, come avverrebbe la scelta del partner?
Stando ai risultati di alcune ricerche, l’ipotesi che più mi preme riportarvi è questa : “anche gli individui PIU’ INSICURI scelgono le persone SICURE”. Questa viene definita: “ipotesi dell’attaccamento sicuro” ed è interessante perchè apre uno spiraglio positivo sulla nostra possibilità di evoluzione. In base a queste ricerche infatti, le persone, nell’intraprendere nuove relazioni, non mettono in atto processi di “mera replica” delle relazioni già conosciute, ma al contrario, cercano di migliorare la propria tipologia di relazioni.